... se no, è lupus .
Un uomo sta bene,
conduce la sua vita nella normalità ed un giorno, senza preavvisi, un malore
gli rivela che qualche cosa nel suo corpo non va, anche se non è chiaro di che
cosa sia, e mette a repentaglio la sua vita.
Ecco il contesto di
ogni episodio, e della vita stessa dello straordinario personaggio del Dottor
House, primario del reparto di Diagnostica in una clinica americana.
Dotato di
un'intelligenza superiore alla norma, acuto osservatore e conoscitore della
razza umana, intuitivo, fantasioso e sprezzante degli schemi vive il proprio
lavoro mosso da un'unica molla: la risoluzione
dei rompicapo. Di fronte a questo non riesce a fermarsi, ed è per questo
che accetta solo casi complessi e che altri non sono riusciti a risolvere;
tutto il resto lo annoia.
House non svolge
direttamente le anamnesi, perchè la sua esperienza della vita e del lavoro lo
portano ad un sostanziale postulato: tutti mentono.
Mentire è proprio
dell'essere umano, è una debolezza comune, poichè tutti hanno qualche cosa da
nascondere, alla famiglia, ai colleghi, alle autorità o, peggio, a se
stessi.
Per trovare indizi e
cause delle malattie è indispensabile arrivare a ciò che non viene detto. Una
malattia venerea deriva da un tradimento, l'avvelenamento da una tossina
assunta con droghe che non si vogliono confessare, o in luoghi dove non si
vuole dire di essere stati.
House lavora alla
sistematica distruzione di bugie, che rivela di fronte a tutti i coinvolti
mettendoli a confronto, per cogliere in quell'imbarazzante frangente l'indizio,
la verità mancante necessaria alla risoluzione del caso.
In questo modo, quasi
sempre guarisce il paziente, e la catarsi che induce rinsalda o distrugge
famiglie e rapporti. Di questo aspetto egli non si cura, perchè prova disprezzo
per le vite costruite sulle bugie, e non ritiene suo compito occuparsi delle
conseguenze derivanti da come altri vogliano risolvere la propria esistenza.
Ipocrisia e religione scatenano le sue ire peggiori.
L'altruismo è per lui una scusa, un modo meschino per mascherare esigenze di
soddisfazione personale che si basano sempre su ben altro. Credere in un Dio è irrazionale
ed equivale ad arrendersi, non affrontare ciò che invece tocca risolvere
all'uomo.
Per mantenere lucido il
proprio giudizio non entra quasi mai in contatto con i suoi pazienti, che
lascia nelle mani del suo team.
Ogni volta che un suo
dottore entra in empatia con un paziente, o al contrario lo disprezza
conoscendone la storia, House costringe con continue vessazioni psicologiche il
proprio medico a capire l'origine interiore del proprio coinvolgimento. Al
termine dei casi, il medico è spesso portato dai fatti a confessare quanto
House avesse visto giusto, e come il coinvolgimento abbia danneggiato la
visione d'insieme e di conseguenza la diagnosi. Al di là dei singoli casi medici, House non
può esimersi, nei confronti di chi gli sta più vicino, di rilevare le incongruenze,
le piccole dipendenze, i sentimentalismi e tutte le debolezze psicologiche
esistenti in ogni essere umano. Una volta individuato il 'difetto', House
attacca crudelmente buttando a mare la riservatezza, la discrezione mettendo in
scena complicati e cattivi scherzi che vanno ad insistere e a pungere proprio
quell'aspetto irrisolto, generando umiliazione e sofferenza, mettendo così a
nudo la realtà del problema da costringere la persona oggetto dell'assalto a
scegliere tra due possibilità: andarsene insultandolo o ammettere che House
aveva ragione, maturando e lasciando alle proprie spalle quell'irrisolto
aspetto di sè.
E' in questo costante
conflitto che vive il suo team. Spesso in rottura con House, a volte grato a
lui per aver fatto luce in un angolo in ombra della propria vita. Quando uno di
loro pensa, però, di avere per questo acquistato in lui un amico, House è pronto
con una nova doccia fredda. Dall'amicizia le convenzioni si aspettano empatia,
qualcuno a cui parlare dei propri problemi, a cui chiedere favori, magari
appellandosi al dovere che un'amicizia impone ed innescando leve sul senso di colpa. A tutto
questo House si sottrae candidamente e brutalmente, dichiarando magari che
trova più divertente passare la serata guardando un film porno piuttosto che
ascoltare uno che si lagna.
House per queste
ragioni viene tacciato di egoismo, di pensare solo a se stesso; il che è vero,
ma è altrettanto vero che intimamente tutti sanno che, pur rifiutando ogni
convenzione, House sa provare amicizia e amore,solo che è incapace per forma
mentale di manifestarli seguendo l'umano corollario dei gesti sociali e della
risoluzione delle altrui aspettative.
Questo è l'aspetto più
avvincente del personaggio, che nel momento in cui si è portati a giudicare nel
più negativo dei modi, ecco che, quando una persona vicino a lui si trova ad un
bivio esistenziale, House c'è, se ne avvede e contribuisce a facilitarne la
risoluzione.
Altro elemento cardine
del personaggio è il dolore. Zoppo e vittima da anni di dolori lancinanti alla
gamba malata è oramai dipendente da forti antidolorifici, e questo non fa che
consolidare la sua razionale e cruda idea della vita. la vita fa schifo. è
dolore, e la felicità sono i momenti in assenza di dolore.
Tuttavia, ogni giorno
combatte la sua battaglia zoppicante, rifiuta ed ironizza sulla compassione
dedicata allo zoppo, compassione che strumentalizza, usa o beffeggia a seconda
dei i casi con un cinismo pari a quello che riserva ai fatti altrui. Questo suo
costante modo di dover vivere col dolore lo rende furibondo verso chi, malato,
si arrende. oltre la resa c'è la morte, oltre la morte il nulla.
Per preservare una
vita, per giungere alla diagnosi è pronto a calpestare i diritti del paziente,
a non informarlo sulle procedure, ad agire contro il suo consenso.
Su questo cardine si
apre spesso nella trama il conflitto etico, Innestato inevitabilmente a quello
morale. House vuole realmente salvare quelle vite o solo giungere al termine
del rompicapo, ovvero raggiungere la vera diagnosi? La realtà è che in House le due risposte sono
così fittamente correlate da non poter dare una risposta univoca. Nei fatti,
pur di aggiungere due ore di vita al paziente, e quindi di tempo alla
risoluzione del caso, House è disposto a mandare a monte la propria stessa
vita, facendolo galleggiare costantemente tra il ruolo di eroe e quello di
pazzo.
La precisa disamina
delle debolezze umane, la profonda capacità di cogliere i difetti nell'umanità
degli altri non fanno di House una persona forte, anzi, la più debole tra
tutte.
Come tutti soffre, più
degli altri mente, anche se non per nascondimento ma per gioco, o finalizzato
al raggiungimento delle proprie necessità. Il disprezzo verso chi non risolve
le proprie incongruenze e verso le convenzioni lo rende arrogante, antipatico,
sociopatico e quindi sostanzialmente solo. Appare tuttavia cristallino e 'puro'
nei suoi difetti più di chiunque altro, se non altro per la propria capacità di
conoscerli senza nascondimento e di accettarli per ciò che sono senza
ipocrisie.
Nonostante gli episodi
siano molto spesso divertenti forse la
sintesi più vera che si può trarre è che la vita non è bella, anche se è
l'unica cosa possibile; i buoni sentimenti hanno spesso radici non tanto
nobili, anche se ci consentono una vita più giustificata, gli affetti e le
relazioni sono sempre ammorbati da implicazioni nocive alla verità ed alla risoluzione di ciò che realmente siamo, ma
sottostiamo al compromesso perchè l'ordine che ne deriva ci dà una parvenza di
serenità. Una volta che, però, la verità viene svelata, diventa impossibile non
tenerne conto, e rimaniamo noi stessi, da soli, a fare i conti con quel che
resta. Quando la verità è svelata non si torna più indietro, ed è impossibile
allestire nuovamente una finzione.
Forse è proprio per
questo agghiacciante scorcio di essenza che ogni dottore del team di House teme
una cosa più di ogni altra: che essere bravi diagnosti come House li faccia diventare come lui.
- serie conclusa -
mio voto alla serie: sicuramente 3 telle