venerdì 30 aprile 2010

un'espressione, un obiettivo



Per piacere, guardate quest’uomo. Vista l’età presunta e l’ora indicata nel cartello, a me viene da pensare che il cambiamento nella sua vita coincida col momento della pensione.

Trovo molto difficile immaginare quale lavoro svolgesse, da quali responsabilità fosse oppresso. Lo sguardo è intelligente, pare un tipo estroso, l’abbigliamento è andante ma dimostra anche un certo gusto. Potrebbe essere povero o ricco, potrebbe trovarsi in una condizione agevole o di difficoltà, questo la foto non lo dice. Ma in realtà dice molto di più. Quell’uomo ha tutto nell’espressione. E’ una persona ‘unificata’, ‘risolta’. Vien da chiedersi che espressione avesse prima, e quali risoluzioni esistenziali siano passate nella sua mente, forse per anni, ogni giorno, sino al momento in cui si è mosso ed ha riordinato la propria vita.
Quell’espressione è un traguardo raggiunto. Auguro a tutti di perseguirlo, e possibilmente come obiettivo non per il termine della vita, perché pare proprio che sia solo ‘dopo’ che si possa vivere al meglio.

sabato 24 aprile 2010

apperò...




E Berlusconi regala un suv a La Russa
"Sapevo che stava per acquistarne uno..."



Berlusconi vicino ad un SUV fa impressione. Chissà se gli hanno fornito una scaletta per entrarci... forse lo regala via per motivi... hem... 'tecnici'

martedì 20 aprile 2010

streptococchi


Eccoci un’altra volta. Il mio bimbo ha invitato i suoi amici a casa…
Anch’io da piccola ero così, tutto finiva in tonsillite.
Nonostante anni di mal di gola, ancora oggi tengo le mie tonsille.
Si sono rifatte vive quando i miei bambini erano piccini. Qualsiasi malanno avessero loro, io prendevo la tonsillite.
Il mio medico (chirurgo) diceva: ‘Cristina, le devi togliere.’
‘ah, ok’ dicevo io.
‘da adulti è un po’ impegnativo, dopo l’intervento devi startene almeno quindici giorni in assoluto riposo’
‘ah, ok’ dicevo ancora io.  Allora avevo un bimbo di due anni ed uno di quattro, e quindici giorni di assoluto riposo mi sembravano l’unica merce che non avrei mai avuto.
‘ma di cosa parla?’ pensavo.
Così mi sono fatta una cura strong di iniezioni ed ho zittito un’altra volta le mie tonsille, e tutt’ora abitano la mia gola, oramai spero per sempre.

domenica 18 aprile 2010

binario 3

e questo è il fantastico connubio di due mitici, Concato e Bersani.
beccatevi il delizioso pianoforte ed il testo travolgente, e poi,
se potete, dite che non vi piace...

"Bisognerebbe adesso darsi delle regole
ricordarsi di essere uomini fermarsi e ridere
così tornare a dare credito agli stimoli
allenarsi sulla pertica ad avere i brividi
Bisognerebbe rilassare tutti i muscoli, saltare qualche virgola, buttarsi un po’ di più
eppoi provare ad alleggerire il carico
buttando a mare secoli di solitudine
Bisognerebbe non dormire sugli spigoli e in barba anche alla fisica
pensare a testa in giù
rifiutar di esser competitivi al massimo per avere un certo credito, una personalità e non fidarsi

degli esperti in ogni genere che sanno come muoversi rispetto alla realtà
che spesso poi fan schifo a vivere, non riescono ad ammetterlo e si piacciono moltissimo così  [...]"



green card

sabato 17 aprile 2010

tutto per bene

c'è un raccontino nuovo.
si basa su di un fatto appena successo ad un collega, (così non venite a dirmi che il racconto non è verosimile!!!) 
ovviamente, quello che ne faccio io non rappresenta fedelmente i fatti o le persone reali.
spero vi piaccia!


vai sul mio sito!



martedì 13 aprile 2010

a lunga conservazione

non vi è mai capitato di preoccuparvi di salvare un filmato super8 di vostro padre in modo da poterlo vedere? e di non sapere come far guardare una cassetta ai vostri figli perchè ora avete solo il lettore dvd? e di avere un documento in un formato vecchio, che non riuscite più a leggere sul computer?
disperatevi! ne avrete per tutta la vita! 
ma anche: consolatevi! non siete i soli con questi problemi.
leggete un po' questo stralcio d'articolo, e... NON BUTTATE VIA NIENTE, che un giorno vi potrà servire... ;)



" [...] Siamo ancora nell’infanzia dell’era digitale, ma le storie sono già molte: la manutenzione di centinaia di testate nucleari degli Anni 70 è costata al Pentagono 62 milioni di dollari più del previsto perché, per poter leggere manuali non disponibili su carta, è stato necessario ricostruire da zero apparecchiature analogiche che risalgono a due generazioni fa. Ci si è riusciti soltanto grazie alla disponibilità di qualche esperto di tecnologie ormai perdute, che ha accettato di interrompere la vita da pensionato per tornare al lavoro. La Nasa, racconta la rivista «New Scientist», ha vissuto una vicenda simile: aveva bisogno di recuperare i dati trasmessi negli Anni 60 dalle sonde Lunar Orbiter, ma non aveva più i lettori di nastri del tempo. Alla fine ne ha trovato uno nella cantina di un suo ex dipendente: era diventato la tana di una lucertola. Restaurarlo e imparare di nuovo a usarlo è stata un’impresa. Problemi che riguardano la scienza, ma anche la conservazione di tutti gli altri aspetti della nostra civiltà, dalla letteratura alla storia. L’Archivio nazionale di Washington ha investito una cifra enorme per evitare che 11 mila ore di registrazioni di testimonianze di criminali nazisti al processo di Norimberga — a partire dal racconto del dottor Mengele dei suoi esperimenti su cavie umane — andassero perdute. Anche qui è stato necessario ricostruire un Recordgraph, strumento col quale, negli Anni 40, venivano letti rudimentali nastri di plastica.[...]"

proporzioni

Cerco il pensiero pacificante del giorno, e a volte è dura.
Guardo il lavoro, e dove vedo il difetto, il vizio di forma, per quanto mi arrabatti già lo so che sarà sempre così.
Penso al mondo, al futuro dei miei figli e posso solo augurarmi che da nuove generazioni nascano nuovi strumenti, nuove capacità di adattamento, ma penso che il trend non cambierà.
Uomini, pianeta, obiettivi: concetti alti ed esigenze infime. Un calderone aggrovigliato che si schianta contro tutto, come la palletta d’acciao nei flipper.
E poi buca, e con la molla rilanci.
Eccolo, il pensiero del giorno. Rilanci.
Oggi a rilanciare è la Nebulosa Rosetta, dal bel nome da madre di famiglia di una volta. (si chiama anche NGC 2237, Rosetta è per gli amici)
Partorisce nuove stelle, oggi, Rosetta.
Le sputa fuori come fuochi d’artificio. Ancora devono decidere dove mettersi, ancora non si può sapere cosa girerà intorno a questi soli, ma nello spazio il concetto di tempo si disperde un bel po’, e non c’è fretta.
Devo fare così anch’io.
Sputare cose nuove e non preoccuparmi del tempo, di quell’ infinitesimale fettina di tempo che mi governa.
E’ solo questione di proporzioni.
Per oggi, chiamatemi Rosetta.


lunedì 12 aprile 2010

pearà (pepata)

Il bollito non è un piatto comune in tutte le regioni, ma Veneto e Piemonte ne vantano una buona tradizione. A me, carnivora impenitente che sbavo solo all’idea, mancava questa deliziosa salsa veronese di accompagnamento che si è rivelata una goduria.

E’ a base di brodo di carne, panpesto, midollo, pepe e cannella. Una poesia.
Una volta mangiata sarebbe preferibile una pennichella perché è un poco impegnativa, anche se al palato non dà fastidio, specialmente se al fianco servite una salsa di radice di Cren che divorerà la sensazione di grasso ben prima di voi.

                                                          

domenica 11 aprile 2010

le acque veloci di Treviso





A Treviso ero già stata, ma molto tempo fa. Ricordavo l’acqua tra le case, l’isoletta in centro città col mercato del pesce. L’acqua dà sempre alle città un tocco particolare. Basta un canale, un piccolo corso d’acqua, se non proprio un fiume, e tutto si colora, acquisisce un alone un po’ misterioso e romantico, anche se non si è proprio a Venezia, che dell’arte delle case e dell’acqua è la regina.
Una cosa di Treviso non ricordavo. E’ attraversata da un’acqua veloce, a tratti turbinosa. Dove non lo sarebbe, murature vennero costruite per restringere il corso e far prendere velocità. In quei punti ci sono ruote di mulino, e quella velocità diventa qualcosa di più, aggiunge vita alla vita.
Se siete in Veneto, passate di lì, perché è un luogo suggestivo.


                    

venerdì 9 aprile 2010

w la mamma imperfetta

Tratto da un articolo di Maria Laura Rodotà



Quest’articolo è dedicato alle mamme mediocri. A quelle che per stanchezza comprano omogeneizzati e sono colpevolizzate da cognate che frullano nonstop verdure per le pappine. A quelle che, nel primo giorno di lavoro dopo la maternità, salutano l’erede straziate da rimorsi; poi escono in strada e mentalmente urlano «evvai! ». A quelle criticate dai figli perché sono pasticcione, spesso assenti e incapaci di fare torte. A quelle che non ce l’hanno fatta ad allattare; e poi, quando magari la piccina ha trentasei anni e dirige un laboratorio di nanotecnologie, continuano a giustificarsi, «sa, proprio non ne avevo». Allattare è un diritto, non un dovere; fare le mamme è una cosa meravigliosa (a volte); ma non c’è un solo modo per farlo. E mentre si sta (a volte) finendo di uscire dalla tirannia maschile, si rischia di rimanere vittime della tirannia della perfetta maternità. Lo sostiene la filosofa francese Elisabeth Badinter nel suo Le Conflit, la Femme et la Mère. Il libro ha scatenato dibattiti in Francia e nel mondo anglosassone. Molti/e lo hanno attaccato; molte lo devono avere comprato, perché è in cima alle classifiche della saggistica. Già trent’anni fa Badinter, con il suo L’Amour en Plus, aveva smontato il concetto di istinto materno. Ora se la prende con quelli che pretendono di trasformare le donne che fanno figli in «mamme scimpanzé», sempre attaccate alla prole; il più naturali possibile, talmente naturali da perdere ogni senso di sé. […]«I discorsi sulla “buona madre” sono fondati su una concezione del corpo naturalmente femminile e sempre disponibile. Senza storia, senza conflitti. Offerto. Un corpo così, diciamolo, non esiste»

martedì 6 aprile 2010

l'agnello



Il mio agnello al forno
mettetelo a tocchi in una pirofila, in compagnia di cipolle a fette, olio, vino bianco, sale pepe maggiorana ed alloro.
lasciatelo tranquillo ad abituarsi per qualche ora ai nuovi amici.
poi schiaffate tutto in forno, rigirando ogni tanto la carne, per un'oretta. un po' di più se usate pentole 'de coccio'
ottimo con purè o patate al forno.

lunedì 5 aprile 2010

mah

Faccio fatica a dare un senso alla Pasqua. Poco cristiano, da parte mia, lo so.
Sono anni che lo sono di nome e non di fatto, e non so proprio immaginare qualcosa al mondo che possa riportarmi ad esserlo. Ma mai dire mai.
Comunque, mi piace celebrare le feste. Il Natale è ok. E’ nato Gesù, e non ho bisogno di interrogarmi sull’aspetto divino o meno di Gesù per avere voglia di festeggiarlo. Caspita, uno che dice ‘non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te ’  è il mio mito. Ha inventato la formula a prova di tempo e di spazio,  un metro perfetto per la misura di ogni essere umano che è vivissima dopo duemila anni.
E’ la regola aurea che, se applicata da tutti, non ne richiederebbe altre.
Ma io lo festeggio eccome! e al diavolo babbo natale.
Quando c’è halloween, è facile. Ci sono i miei Morti a ricordarmi a cosa si deve dirigere il pensiero.
Ma la Pasqua è pesantina da ‘laicizzare’.
Qui c’è in ballo la resurrezione, la redenzione.
Visto che non credo né all’inferno né al paradiso, non so come affrontare la resurrezione. Riguardo all'origine divina di Gesù, l'ho già detto, non mi interessa alcun tipo di argomentazione.
Redenzione, poi, significa ‘dai peccati’ , ed ho passato l’adolescenza a rimuovere l’intero concetto, troppo amico dei ‘sensi di colpa’, che invece esistono eccome, e da cui bisogna stare più lontani che si può.
Rivincita? Raggiungimento degli ideali? Premio? No… anche quest’anno non ho trovato una chiave convincente, solo di cioccolato.  
La vera celebrazione è il Venerdì Santo, ma non può essere una festa, perché i cattivi vincono.
La Pasqua è il ‘lieto fine’ di una tristissima e bellissima storia.
E tutti vissero felici e contenti.
Anche questa frase è celeberrima, anche se l’ha inventata qualcun altro, sicuramente umanissimo.
Forse l’essere umano non ne può fare a meno.

giovedì 1 aprile 2010

buon compleanno!



Sono cinquant’anni che le Dr.Martens letteralmente ‘battono i marciapiedi’.

Mi rendo conto che per molti questo non sia un argomento.
Sono però trent’anni che lo è per me, o meglio, che lo è per la mia scarpiera, e non solo.
Le portavo ai piedi, certo, ma le portavano anche i miei cantanti preferiti, quegli inglesi di quell’Inghilterra là.
Le portavano i cattivi, gli arrabbiati, i disoccupati, le ragazze di ‘quella rivoluzione là’, quando non erano troppo scalze o troppo pacifiste.
Io non lo so cosa fossi, e non era certo per politica che stavano ai miei piedi. Forse solo per immagine, come spesso avviene quando sei giovane e lo stile cerca le sue ragioni misteriosamente.
Comunque, oggi le ho ai piedi.
In trent’anni solo tre paia.
Se non altro vorrà dire che sono resistenti…