venerdì 9 aprile 2010

w la mamma imperfetta

Tratto da un articolo di Maria Laura Rodotà



Quest’articolo è dedicato alle mamme mediocri. A quelle che per stanchezza comprano omogeneizzati e sono colpevolizzate da cognate che frullano nonstop verdure per le pappine. A quelle che, nel primo giorno di lavoro dopo la maternità, salutano l’erede straziate da rimorsi; poi escono in strada e mentalmente urlano «evvai! ». A quelle criticate dai figli perché sono pasticcione, spesso assenti e incapaci di fare torte. A quelle che non ce l’hanno fatta ad allattare; e poi, quando magari la piccina ha trentasei anni e dirige un laboratorio di nanotecnologie, continuano a giustificarsi, «sa, proprio non ne avevo». Allattare è un diritto, non un dovere; fare le mamme è una cosa meravigliosa (a volte); ma non c’è un solo modo per farlo. E mentre si sta (a volte) finendo di uscire dalla tirannia maschile, si rischia di rimanere vittime della tirannia della perfetta maternità. Lo sostiene la filosofa francese Elisabeth Badinter nel suo Le Conflit, la Femme et la Mère. Il libro ha scatenato dibattiti in Francia e nel mondo anglosassone. Molti/e lo hanno attaccato; molte lo devono avere comprato, perché è in cima alle classifiche della saggistica. Già trent’anni fa Badinter, con il suo L’Amour en Plus, aveva smontato il concetto di istinto materno. Ora se la prende con quelli che pretendono di trasformare le donne che fanno figli in «mamme scimpanzé», sempre attaccate alla prole; il più naturali possibile, talmente naturali da perdere ogni senso di sé. […]«I discorsi sulla “buona madre” sono fondati su una concezione del corpo naturalmente femminile e sempre disponibile. Senza storia, senza conflitti. Offerto. Un corpo così, diciamolo, non esiste»

1 commento:

  1. Evvaiiiiii! Pubblicazione subito!
    Si fonda un club?
    ;-))))))))))))

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