mercoledì 24 febbraio 2010

Presto andrà a sentenza una causa intrapresa contro di me.

Sicuramente ho come colpa personale l’ignoranza della legge, che come so benissimo non è ammessa. Conoscevo solo vagamente il termine ‘usucapione’, e con grande presunzione ho pensato che la logica ed il buon senso avrebbero sostituito egregiamente la conoscenza della legge.

E invece no, in questo caso non è detto.

Questa legge affonda nel passato, a quando si è reso necessario facilitare famiglie contadine che si trovavano a coltivare terreni intestati almeno in parte a parenti irrintracciabili, emigrati, forse morti, sicuramente privi di atti di successione che facessero riferimento ad un vecchio appezzamento dimenticato per le strade di una vita indirizzata altrove e senza volontà di ritorno.

Se per vent’anni lo coltivi tu, pacificamente e senza contrasti, questo terreno diventa tuo.

La terra, il bene atavico su cui vivi, nel quale ti impieghi e con i cui frutti ti sfami. Una legge che agevola la famiglia contadina e fa un po’ di pulizia sulle mappe catastali, dove in capo ad un appezzamento possono trovarsi troppi proprietari, di cui le tracce sono perse per sempre.

Tutto buono, per carità. Però mi domando che data porti questa regolamentazione, perché il mio caso è così diverso che faccio veramente fatica a farlo calzare a questa stessa legge.

Il terreno in questione è stato da me ereditato dal nonno, passato regolarmente in successione. Da allora compare nelle mie dichiarazioni e ci pago le tasse.

Vero, non l’ho coltivato. E allora? Forse che se non investo i miei soldi in modo proficuo qualcuno qualcun altro può vantarne il possesso?

Un contadino ha piantato i suoi semini senza chiedere mai nulla, pur avendo tutta la facilità del mondo a rintracciarne il proprietario. Vero, io non ho controllato e pertanto non gli ho mai fatto causa né gli ho chiesto soldi. Il vantaggio che ne ha avuto, assolutamente impunibile, non è sufficiente?

Eppure l’avvocato dice che le mie registrazioni sono prove ‘indiziarie’ ed il giudice potrà non tenerne conto.

Potrò essere considerata come un desaparecido degli anni ’30, anche se il fisco mi conosce benissimo, e mi troverò pure a carico le spese processuali per il disturbo arrecato a stato e contadino, che si muove nella legalità e nella massima malafede. Binomio inquietante, no?

Sono molto curiosa di vedere come questa causa andrà a finire. Temo molto le considerazioni che mi troverò a fare sulla nostra legislatura se perderò causa e terreno. Probabilmente perderò molto di più.

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