lunedì 22 febbraio 2010

Pasqua coi tuoi, a lavorare quando puoi!

non è per un agognato lunedì di festa che mi ritrovo già oggi a pensare alla Pasqua. Il motivo è logistico, come per tutti i fortunati che hanno un lavoro e anche dei figli, perché quadrare le logiche della scuola pubblica con il lavoro non è così banale.

Dunque, vediamo. Domenica 4 aprile è Pasqua. La scuola dei miei figli comunica che le festività pasquali per i miei bambini vanno da Giovedì 1 a Venerdì 9… e già mi viene uno schioppone. Alla faccia delle feste!
Non ho grandi parenti di appoggio, e nemmeno un pacchetto di ferie infinito da gestire, visto lo sterminato periodo estivo da coprire.
Ma la questione non finisce qui!
La scuola dei miei figli è pure un seggio elettorale, pertanto Lunedì 29 marzo e martedì 30 la scuola sarà chiusa per elezioni.
Il comunicato non c’è ancora (vogliamo mica dare il tempo alle famiglie di organizzarsi, no?) ma, probabilmente come hanno già fatto in altre occasioni, la scuola non riterrà opportuno aprire per un solo giorno, il 31 di marzo…
Quindi, il mio totale giorni da gestire va dal 29 marzo al 9 aprile.
Se i miei figli andassero in scuole diverse, non sarei neppure certa che i giorni siano gli stessi, visto che ogni ‘plesso’ decide le proprie sospensioni in autonomia, e le comunica quando è comodo.
Ecco un altro esempio di società che può star dritta solo sul volontariato, in questo caso ‘familiare’.
Alternativa? Scuole private, babysitter. Giorni in cui si lavora solo per mantenersi il posto, mentre i soldi se ne vanno direttamente in tasca ad altri.
In questo paese se hai figli puoi solo fare l’insegnante, o comunque avere una famiglia disponibile e numerosa.
Ma almeno le elezioni, santa madonna, vogliamo farle nelle chiese, negli ospizi, nei cinema, nei centri sociali, nelle palestre?
Penso a chi vive in grandi città, dove muoversi è un casino, avere i parenti vicini non è così automatico ed ogni ‘servizio’ privato costa un’enormità.
Penso alle catene che ognuno si porta addosso senza speranza di affrancarsi, per il sola colpa di condurre una vita normale e di volere una normalissima famiglia. Beh, di ‘normale’ non c’è più niente, niente a misura d’uomo. Eppure il nostro mondo è costruito dagli uomini e per gli uomini…non c’è qualche cosa che non quadra?



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